- Musicisti: Oliver Lake, sassofoni; William Parker, contrabbasso.
- Brani: Variation on a Theme of Marvin Gaye / Check / Is It Alright? / Bisceglia / Flight Plan / Victor Jara / 2 of Us / Bonu / Net Down / Light Over Still Water Paints a Portrait of God / To Roy.
di Francesca Odilia Bellino
Un’opera che commemora un amico e compagno di vita è qualcosa a sé nella carriera di un artista. “To Roy”, dedicato al trombettista Roy Campbell (https://en.wikipedia.org/wiki/Roy_Campbell,_Jr.), è difficilmente collocabile nella produzione del sassofonista Oliver Lake e del contrabbassista William Parker. Non perché si ascolti qualcosa di straordinariamente altro da ciò che ci si aspetta da questi due giganti. Le sonorità, pastose e potenti, di Lake così come quelle di Parker sono “loro”, pienamente e potentemente loro. Free, improvvisazione, poetiche e ben note modernità pittoriche tracciate attraverso gesti e suoni di questo jazz afro-americano, intenso e intellettualmente ricco, sono riconoscibilmente “loro”. Ma è proprio il fatto che in mezzo a loro aleggi la presenza dell’assente Roy Campbell, a rendere “To Roy” un disco a suo modo spirituale e diverso per intensità emotiva.
Lake e Parker si trovano per la prima volta insieme (parendo compagni di strada da sempre) e si ritrovano per ripercorrere le tappe principali del viaggio di Campbell, sideman e amico di entrambi: politica, poesia, mistica nera vissuta e sudata, religione, jazz, free, improvvisazione. Parker e Lake non urlano dolore, ma trasudano senza dubbio tristezza e afflizione (“Victor Jara” su tutte), al limite di una certa idea di trascendenza (“Light Over Still Water Paints a Portrait of God”).
Un’opera preziosa, intima e profonda come poche, piena di riferimenti, diretti e indiretti, agli ultimi quarant’anni di improvvisazione afro-americana che i tre (Campbell, Lake e Parker) rappresentano.
- Link: Oliver Lake (www.oliverlake.net) / William Parker (www.musicofwilliamparker.com) / Intakt Records (www.intaktrec.ch)
articolo pubblicato nel 2015