audioteca: 1961-1970
Manifesto del piano trio e tra i momenti più alti per il concetto di interplay, le sedute sono state registrate tutte il 25 giugno dal trio che due anni prima costituiva la ritmica del clarinettista Tony Scott, con il rivoluzionario bassista Scott LaFaro ed il visionario batterista Paul Motian a condurre Evans nella sua fase di maggiore libertà espressiva. Fondamentale.
Il lavoro che riporta alla luce il sassofonista di Harlem dopo due anni di ritiro dalle scene, un periodo durante il quale Rollins soleva recarsi sul Ponte di Williamsburgh, a New York, per suonare in solitudine. Ad accompagnarlo, tra gli altri, il chitarrista Jim Hall, al meglio sia nelle ballads ("God Bless the Child") che nei brani a tempo sostenuto ("John S.").
Occorre immergersi nel bellissimo film di Tavernier, "Round Midnight", per poter fruire al meglio di questo disco. Il personaggio che Gordon interpreta è Dale Turner, una figura che richiama le gesta di Lester Young e Bud Powell, il pianista che qui lo accompagna con il trio che figurava nel parigino Blue Note agli inizi degli anni Sessanta, con Pierre Michelot e Kenny Clarke. Disco da godere tutto d'un fiato.
Il disco spartiacque della produzione di Coltrane, quello che prelude alla ricerca spirituale con una suite in quattro movimenti che segnano le prime tracce di un percorso ascetico che proseguirà nei pochi anni che il sassofonista vivrà da lì in avanti. McCoy Tyner, Jimmy Garrison ed Elvin Jones completano un quartetto che è, già da tempo, leggenda. "Psalm" il momento più intenso del disco.
Un lavoro fondamentale nella discografia di uno dei padri del Free Jazz, nel quale risultano determinanti la tromba di Bill Dixon e il sax contralto di Jimmy Lyons, con Henry Grimes, Alan Silva e Andrew Cyrille a completare una sezione ritmica strepitosa. Il pianismo del leader è sorprendente per la sua creatività, ricco della tensione di cui sono intrise le cristalline note che rendono Taylor un musicista unico.
Nel suo secondo lavoro da leader, il pianista Chick Corea si lancia in esplorazioni di grande apertura formale grazie al supporto del giovane contrabbassista Miroslav Vitous e dell'esperto batterista Roy Haynes. Tra brani orginali e standards, spiccano "Matrix", "Now He Sings, Now He Sobs", "My One and Only Love" e "Pannonica". Passaggio fondamentale nella carriera di Corea.
Membro dell'original quartet di Ornette Coleman, il contrabbassista Charlie Haden avvia con questo disco un percorso orchestrale che resterà nella storia, sia per il messaggio politico-sociale che ne viene fuori, sia per gli autentici fuoriclasse della musica che vi partecipano, da Don Cherry a Paul Motian fino a Gato Barbieri e Roswell Rudd. In "Song for Ché" si toccano vette di grande intensità.
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