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associazione di promozione sociale
LA PAGINA DEI SOCI
pignatelli in jazz / Napoli, 2 marzo 2025
ELISABETTA SERIO TRIO
Elisabetta Serio, pianoforte
Alco Capasso, basso elettrico
Leonardo De Lorenzo, batteria
foto di Riccardo Piccirillo

di Francesco Tritto
Prima domenica di marzo 2025 della rassegna curata da Emilia Zamuner: un ritorno divenuto una abitudine, anzi un vizio che provoca dipendenza. L’ingresso gratuito ai musei della prima domenica del mese contrasta con un biglietto di ingresso al concerto, per il quale la considerazione è che, malgrado il prezzo certamente giusto o quantomeno contenuto, sarò decisamente più esigente (della serie: "Ho pagato ed esigo la conseguente soddisfazione").
Attesa di apertura della sala una mezzora prima dell’orario previsto di inizio in cui i musicisti stanno ancora provando: non mi applico a recepire le caratteristiche, ma sembrerebbe, e sottolineo il condizionale, che non siano ancora pronti. La cosa mette un po’ di ansia, anche se sembra solo un banale sospetto. In effetti non conosco bene a cosa andrò incontro e di conseguenza mi preoccupano i cattivi presagi. Si aggiunge inoltre una fila sviluppata alla ‘napoletana’, cioè un po’ a destra e un po’ a sinistra: siamo pochi e non è importante la precedenza all’ingresso, ma da un lato il disordine congenito partenopeo e dall’altro la cattiva fede di alcuni fanno sì che si creino un po’ di discussioni… scemenze, vero, ma questo serve per sentirsi sempre a casa, ovvero improvvisatori.
Mi seggo; come non previsto, non siamo molti oggi: direi un pubblico misto, tutti un po’ seguaci di Emilia Zamuner. L’inizio è con un ritardo fisiologico di 15 minuti: ci sta, anche se ci si augura che il ragù a tavola oggi sia non prima delle 13:30, altrimenti il concerto potrebbe essere breve.
Presentazione di un libro, poi brano dei soliti bravi e diligenti allievi cantanti del Conservatorio di Salerno, che ci deliziano con belle e varie voci.
Emilia presenta ora i musicisti: al trio con Aldo Capasso al contrabasso e Leonardo De Lorenzo alla batteria, si aggiunge special guest Luigi di Nunzio al sax contralto, ma al nome di Elisabetta Serio non segue il suo ingresso. Ci si guarda intorno, la si convoca più volte… e dopo qualche minuto entra la pianista, con sguardo fiero e sicuro… Non la conoscevo , ed ammetto la mia ignoranza, ma subito ho apprezzato la sua dote di leader, e mi permetto di dire qualcosa di molto compromettente, ma con umiltà: ho avuto l'impressione di una musica inizialmente alla Keith Jarrett. Ma questo primo brano era di Carla Bley, Lawns, elegantemente eseguito dai musicisti. Seguono un work in progress e ‘lungo la costa’: atmosfere profonde, intriganti e varie… a cui segue Bluny che è un pezzo blues-funky di grande comunicazione. C’è un brano dedicato al papà, di commuovente esecuzione, a cui si aggiunge la dedica al nostro Pino, immancabile e dovuta da tutto il mondo della musica, soprattutto napoletano. "Un posto ci sarà"... Nell’esecuzione Zamuner-Serio, Sicily ci lascia stupiti… E colgo un… "ho volato", significativo ed emozionante.
Elisabetta racconta dei trascorsi con Pino, con la crescita tramite Rino Zurzolo, e non è da poco. Questo è l’anno in cui stiamo raggruppando più del solito i suoi ricordi… e lei sottolinea che all’invito a suonare con lui si era detta: "Vuoi spunirmi!?". Ma intanto, in un concerto a Milano presentandosi sul palco ‘a tiro’, vestito e tacco, la presentò come: "A tartaruga Ninja".
Ma le emozioni non finiscono: un ricordo al giovane sassofonista Mario Luce, scomparso di recente in modo traumatico, rimette insieme un po' tutti, allievi, strumentisti e pubblico, con un minuto di ascolto del sax del musicista. Commento: “Siamo nella luce”!
Ma, ops, il tempo è trascorso ed è ora di pranzo di una domenica di marzo! Ci siamo distratti con tante emozioni: ‘o rraù puo’
peppeare
qualche minuto in più!